Gong Baotian 宫宝田 nacque nel villaggio di Qingshan 青山, paese di Mashidian 马石店 [provincia di Shandong]. Da piccolo studiò per quattro anni alla scuola privata ma la sua famiglia era molto povera e a tredici anni, grazie all’intercessione di un conoscente, fu inviato a Pechino come garzone presso il magazzino di riso Yuanhengli.

In quello stesso periodo pregò Yin Fu di accoglierlo come allievo ed iniziò a studiare con lui l’arte marziale.  Yin Fu che era il capo delle guardie imperiali, primo allievo del fondatore del baguazhang Dong Haichuan, nonché seconda generazione della scuola.

Grazie al grande impegno e al duro allenamento Gong Baotian fece rapidissimi progressi nell’abilità marziale. Dong Haichuan ne notò il talento e volle insegnargli  di persona i segreti del Bagua, facendolo così divenire la seconda generazione del baguazhang ortodosso (zhengzong baguazhang).
Il 23° anno dell’era Guangxu (1897) Gong Baotian fu chiamato alla città proibita e nominato capo della guardia imperiale. Con il quarto grado di funzionario e il permesso di portare la sciabola, fu appuntato guardia del corpo dell’imperatrice madre Cixi[1] e dell’imperatore Guangxu[2]. Fu lui l’ultimo capo delle guardie della corte imperiale Qing[3].
Nel 1900 gli eserciti delle Otto Nazioni Alleate[4] occuparono Pechino e Gong Baotian fu incaricato di scortare in sicurezza l’imperatrice madre e l’imperatore Guangxu a Xi’an.
Al ritorno a Pechino l’anno successivo, l’imperatore Guangxu toccato dal coraggio, dall’abilità marziale e dalla grande professionalità di Gong Baotian, lo insignì della casacca gialla[5].

Ma Gong Baotian, ormai profondamente deluso dall’inettitudine del governo Qing[6] e perduta ogni fiducia in Cixi e negli alti gradi della corte, decise di lasciar la carica e nel 1905 tornò al paese natale. Qui rimase per diciassette anni conducendo una vita ritirata e umile, mantenendo buoni rapporti con tutti e non ostentando mai la sua abilità nel gongfu.

Poi, su richiesta di alcuni compaesani, iniziò a trasmettere le basi del baguazhang nel villaggio e nelle zone limitrofe di Haiyang Guocheng 海阳郭城.

 

Nel 1922 il Signore della Guerra Zhang Zuolin[7], comandante in capo dell’Armata di Manciuria, udita la fama di Gong Baotian, gli chiese di fargli da guardia del corpo. Ma quando lo incontrò e lo vide così magro, piccolo e brutto, dubitò fortemente della veridicità della sua fama. Gong Baotian ne intuì i pensieri e gli chiese allora di metterlo alla prova: si allontanò di venti passi e lo esortò a sparargli contro. Zhang Zuolin era noto come un eccellente tiratore, di lui si diceva che sapesse a spegnere un bastoncino d’incenso posto a cento passi di distanza. Sparò due volte senza riuscire a colpire il bersaglio. Quando fece per sparare di nuovo, Gong Baotian gli era già alle spalle e disse: “Se avessi voluto prendere la vostra vita, Gran Maresciallo, non avreste avuto nemmeno il tempo di girare la testa.”

Zhang Zuolin ne fu profondamente toccato e lo appuntò alla carica di istruttore in capo ed ispettore degli Eserciti Uniti delle Tre Provincie Nordorientali. Gong Baotian gli salvò più volte la vita in occasione di attentati orditi dai giapponesi[8]. Nella primavera del 1928 gli fu ordinato di scortare Zhang Xueliang[9] a Pechino ma dopo i fatti di Huanggutun”[10] lasciò l’incarico e tornò a casa.
In tarda età insegnò a Rushan, Mouping, Yantai e altre località [dello Shandong] ove erano sorte diverse scuole di baguazhang, riunendo attorno a sé molti allievi e formando le nuove generazioni. Durante la guerra di resistenza contro il Giappone il comandante dell’Ottava Armata[11], Xu Shiyou (1905-1985), gli porse una visita di rispetto.
Nel scegliere gli allievi Gong Baotian poneva grande attenzione alle qualità morali, alla virtù marziale (wude) e ai sentimenti patriottici. Il suo miglior allievo, Wang Zhuangfei, studiò l’arte per dieci anni divenendo la quarta generazione del baguazhang ortodosso.
[Gong BaoTian morì nel villaggio di Qingshan all’età di 73 anni.]

 

 

 


[1] Cixi 慈禧 (1835-1908), l’imperatrice vedova.

[2] Guangxu 光绪 (1871-1908) fu il penultimo imperatore della Cina. Figlio di Cixi, tentò di varare una riforma dello stato. La sua politica avversa alla madre e alla fazione conservatrice gli costò gli arresti domiciliari. Morì in circostanze misteriose il giorno successivo il decesso della madre.

[3] Qing era il nome dell’ultima dinastia, d’origine mancese, che regnò sulla Cina dal 1644 al 1912.

[4] L’Armata delle Otto Nazioni Alleate (Regno Unito, Francia, Germania, Russia, Giappone, Austria, USA, Italia) si costituì per difendere le Legazioni Straniere durante la Rivolta dei Boxers (1900). Saccheggiò Pechino, devastando i palazzi imperiali ed occupando la Città Proibita. La corte imperiale fu costretta a fuggire a Xi’an 西安, l’antica capitale, e firmare un patto di resa.

[5] Il giallo era un colore riservato esclusivamente all’imperatore, nessuno poteva indossarlo. Il dono della casacca gialla era un simbolo del massimo favore imperiale.

[6] L’ultimo governo Qing si mostrò incapace di reagire alle sfide dell’Occidente e della modernità. Chiuso in un tradizionalismo oscurantista, sprofondò la Cina in una crisi profonda che sfociò nella rivoluzione repubblicana del  1911.

[7] Al crollo del sistema imperiale nel 1911, seguì un periodo di forte instabilità e guerra civile nella Cina settentrionale. Zhang Zuolin 张作霖 (1875-1928) era il comandante dell’Armata di Manciuria.

[8] Nel periodo repubblicano i giapponesi iniziarono ad estendere la loro influenza sulla Cina, entrando negli scontri tra i vari Signori della Guerra proprio grazie ad un patto d’alleanza con Zhang Zuolin.

[9] Zhang Xueliang 张学良 (1901-2001) era il figlio primogenito di Zhang Zuolin.

[10] Il 4 giugno del 1928 a Huanggutun 皇姑屯, nei pressi di Shenyang 沈阳, Zhang Zuolin perse la vita in un attento dinamitardo organizzato dai giapponesi.

[11] L’Ottava Armata era l’esercito comunista, nato da un ammutinamento di una divisione dell’esercito nazionalista, continuò a conservare questo nome anche dopo la vittoriosa rivoluzione (8 è un numero fortunato per i cinesi).